Siamo stati investiti dalla pandemia e dalla quarantena come uno tsunami. Si è fermato tutto. Si è fermata la Scuola. Prima una settimana, poi 2, poi a tempo indeterminato. Al momento in cui scrivo queste righe la situazione è ancora incerta.
Avevamo la tecnologia ma ci mancava la cultura, l’abitudine, l’organizzazione per usarla su scala regionale e poi nazionale, infine mondiale. L’argomento telelavoro, smart working, home schooling, ecc… erano già stati presi in considerazione e, specialmente a livello delle grosse aziende, si era anche cominciata una sperimentazione.
L’e-learning infatti è sul campo informatico da almeno una decina d’anni, forse anche più. Come sempre il motore dell’innovazione è economico. E’ decisamente meno costoso far frequentare ai propri dipendenti un corso di formazione on-line piuttosto che di persona.
L’esperienza ce la stiamo facendo sul campo. Per anni si è parlato di resilienza in termini astratti ora la stiamo vivendo appieno. Quando potremo tornare ai nostri ritmi non sarà più come prima.
Dal punto di vista scolastico, in questo scenario vi sono state varie fasi ed un po’ di caos, ma neanche troppo. Il sistema scolastico, grazie anche alla disponibilità di grandi aziende che hanno messo a disposizione le loro piattaforme, hanno potuto organizzarsi. Ovviamente in questa filantropia vi è anche del marketing ma ci sta. Vi ricordate la resilienza?
Queste piattaforme hanno evidenziato delle caratteristiche: in alcuni casi positive ed in altri negative. Si sono visti anche dei limiti. Si evolveranno e miglioreranno sicuramente ma hanno creato una competizione che ha generato nelle scuole un “imbarazzo della scelta”. Purtroppo c’è stato poco tempo e probabilmente poca esperienza da parte dei dirigenti scolastici per valutarle. Non avrei voluto essere al loro posto.
Sono emersi altri problemi, alcuni esempi:
– Non tutte le famiglie degli studenti erano sufficientemente informatizzate e/o disponevano di un’adeguata connessione alla rete;
– Non tutti gli indirizzi e le materie si prestano ad una mancanza “fisica” dell’insegnante;
– L’approvvigionamento del materiale di consumo..
– Non tutte le famiglie degli studenti erano sufficientemente informatizzate e/o disponevano di un’adeguata connessione alla rete;
– Non tutti gli indirizzi e le materie si prestano ad una mancanza “fisica” dell’insegnante;
– L’approvvigionamento del materiale di consumo..
Perché SCUOLA A CASA? Perché no? scuola-a-casa.it è nato come strumento gratuito di informazione e formazione.
Scusate, non mi sono ancora presentato. Sono Marco Trezzi titolare della Web Agency TREZZI MARCO Web Consulting ed ho 2 figlie in età scolare, Lara frequenta(va) la prima elementare (mi piace chiamarla ancora così) e Sara frequenta la seconda Liceo Artistico, da qui le problematiche della mancanza “fisica”. Mia moglie è la rappresentante di classe di Lara e sta facendo i “salti mortali” per colmare alcuni disallineamenti tra scuola e famiglie degli alunni che sono ancora piccoli e non autonomi.
In casa, grazie al mio lavoro ed alla mentalità smart di tutti, non ci manca niente di quello che serve per essere utenti dell’e-learning quindi tutto bene ma osservo ed acquisisco informazioni, cerco di risolvere problemi, di portare le mie esperienze di consulente aziendale in casa per ottimizzare alcuni processi ed aggirare ostacoli.
Tornando a Scuola a Casa… Quest’esperienza quotidiana mi ha fatto venire spontaneo mettere on-line questo strumento che non riesco a collocare in settore preciso. Non è un Blog, non è solo un Portale informativo (non sono un giornalista), non è solo un e-learning (non sono un docente). E’ uno strumento che sto curando e facendo crescere in cui inserisco informazioni e funzionalità che ritengo utili.
E’ a disposizione di tutti. Usatelo, contribuite se volete, spero vi possa essere utile.
Fatemi sapere cosa ne pensate, consigli e critiche costruttive sono sempre bene accette.
Fatemi sapere cosa ne pensate, consigli e critiche costruttive sono sempre bene accette.